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Storia della Carta Nautica

Le Origini della Carta Nautica

Prima del 1200 non esistevano documenti che facilitavano i navigatori nei loro viaggi, dal momento che fino ad allora nessuna popolazione si era posta il problema di fornire informazioni per i navigatori.

Tra le prime carte nautiche possiamo quindi ricordare la carta Pisana, realizzata nel tardo Medioevo da Raimondo Motzo. La carta venne così chiamata perchè appunto ritrovata a Pisa e trasferita successivamente a Parigi nella Biblioteca Nazionale.

Compare sulla carta Pisana anche l'Oceano Atlantico che, però risulta essere schematizzato, e il sud dell'Inghilterra invece che si riconosce appena. In fondo alla pergamena, è segnata la scala delle distanza e nella carta compaiono anche altri simboli.

Successivamente nel periodo delle Repubbliche Marinare (XIII-XV secolo) le carte nautiche ebbero il loro decorso migliore. Ad oggi infatti sono state recuperate ben 180 carte nautiche, per lo più italiane. Anche le scuole cartografiche, si svilupparono rapidamente prima a Genova, poi a Venezia e ad Ancona, oltre che a Messina.

Nel Seicento in Olanda, grazie ad una ripresa sociale e culturale, si svilupparono scuole di cartografia e nel XVII secolo nacquero numerose attività tipografiche che realizzarono svariate cartografie, disegnate con simboli particolari, vignette e caratteri allegorici. Anche qui, come in Italia, si specializzarono numerosi cartografi, come Gerardo Mercatore che riunì le raccolte cartografiche con il nome di Atlante. Verso il 1600, il cartografo Blaeu realizzò poi la cartografia dell'Olanda in 18 tavole, oltre ad una carta nautica della Spagna.

La popolarità acquisita da Blaeu gli portò la nomina di cartografo della Compagnia delle Indie Orientali che diedee un grande impulso alla cartografia nautica ricercando sempre i migliori cartografi di quel periodo e fu così anche in ragione di ciò che già dal XVIII secolo la cartografia nautica riusciva a ricoprire quasi l'intero globo terrestre.

 

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